★★★★

Ogni tanto, frugando nel catalogo di Netflix nel tentativo di dare una priorità allo sterminato panorama di scelte, capita di imbattersi in una perla nascosta, buttata lì in mezzo ad un mucchio di cianfrusaglie.
The Liberator, mini-serie in quattro puntate, realizzata con l’innovativa tecnica del Trioscopio (un misto di recitazione con attori, animazione tridimensionale e sfondi disegnati) che racconta la storia del 157esimo Reggimento di Fanteria statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale, è un vero e proprio piccolo gioiello.
Ciò che rende originale quella che a prima vista potrebbe sembrare la solita storia di guerra, oltre alla già citata tecnica realizzativa, è proprio il suo soggetto: il 157esimo Fanteria era soprannominato Thunderbird ed era un misto di nativi-americani, messicani e veri e propri cow-boys. La storia del loro sbarco e della loro campagna è vera e veri sono anche i suoi personaggi, come quel capitano Felix Sparks (eccellente la prova di Bradley James) di cui seguiamo le vicende e il suo avanzare nella carriera militare, sempre fedele ai suoi uomini ed al suo dovere di soldato.
La miniserie di Greg Jonkajtys (che è anche l’inventore anche del Trioscopio) raggiunge livelli di lirismo che non si vedevano sullo schermo dai tempi di Band of Brothers.
L’innovazione tecnica riesce anche a rendere meno scontata la narrazione e si sposa perfettamente con il tenore della storia e con le sue sfumature psicologiche ed emotive.
Insomma, una vera rivelazione, troppo rapidamente travolta dall’immenso catalogo del colosso dello streaming.

Titolo originale: The Liberator
Creatore: Jeb Stuart
Regista: Greg Jonkajtys
Anno: 2020
Interpreti: Bradley James, Martin Sensmeier, Jose Miguel Vasquez
Episodi: 4
Tipologia: puntate
Nazione: USA
Durata: 200’
Produzione: Netflix
Distribuzione: Netflix
PG: Tematiche, Violenza