Vita di Pi

di | Category: Recensioni Cinema Rating: RC Tematiche, violenza

Proprietà privata. Attenti alla...tigre!

★★★★

Ang Lee filma quello che sarà ricordato come il suo capolavoro: un’opera immaginifica, variopinta, caleidoscopica e spirituale. Un’opera che lascia a bocca aperta lo spettatore, come il dio Vishnu che nella bocca contiene tutto l’universo.

Lo straordinario protagonista la cui avventura è narrata in maniera così mirabile si chiama Piscine, per gli amici Pi: un indù cattolico musulmano (proprio così, ve lo assicuro), pieno di spiritualità (da parte di madre) e di pragmatismo razionale (da parte di padre) che gli permetteranno di sopravvivere ad un naufragio e ad una deriva di 227 giorni nel Pacifico, da solo, in compagnia di una tigre del Bengala adulta. Vita di Pi è una sorta di Gordon Pym narrato con la sensibilità tutta orientale di Ang Lee.

La narrazione, filtrata attraverso l’escamotage del racconto in prima persona ad un giornalista curioso, lascia allo spettatore la possibilità di credere o meno alle vicende che si susseguono davanti ai suoi occhi.

Ma, in fondo, non è la veridicità del racconto ad importare: le immagini mozzafiato, la splendida fotografia, gli effetti speciali così ben inseriti da non notarsi nemmeno nel contesto, parlano da sole.

Vita di Pi è un concentrato di esistenzialismo, filosofia, religione, ricerca della propria strade nella vita e del senso della vita stessa, in due ore che, a discapito delle tematiche, non annoiano neanche un secondo. E Pi sopravvive perché è un uomo completo, dotato di entrambe le componenti che rendono uomo l’uomo, quella razionale e quella spirituale, perfettamente integrate, senza nessuno sbilanciamento o pretestuosa contrapposizione.

La regia, il montaggio, la musica delle immagini stesse rendono il film del regista di Taiwan un vero e proprio gioiello cinematografico. Degno di essere visto, contemplato, assaporato.

Pi Patel: “E soprattutto: non perdere la speranza”


Titolo originale: Life of Pi
Anno: 2012
Regia: Ang Lee
Sceneggiatura: David Magee
Interpreti: Suraj Sharma, Irffan Khan, Tabu
Durata: 127′

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domenica 17 febbraio 2013


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