Anatomia di una caduta

di | Category: Recensioni Cinema Rating: PG Tematiche, violenza

Zitti che forse riesco ad incastrare il cane…

Nota introduttiva: al termine della visione, a causa della difficoltà nel trovare il modo giusto di approcciare la recensione, ho deciso di approfittare del suggerimento dato dal titolo e di procedere ad una vivisezione dell’opera.
Trattasi solo di brevi spunti da cui si potrebbe però estrapolare, per ognuno di essi, una serie di interessanti riflessioni. Riflessioni che peraltro sarebbe stato possibile scrivere durante la visione del film, senza perdersi molto: qui rimarranno sotto forma di bozza per rispetto nei confronti dei lettori.

Capitolo Uno – Chimica di una visione.
In cui si analizza la possibile insorgenza di una grave forma di allucinazione mondiale collettiva che ha deciso che questo obbrobrio di più di due ore risultasse vincitore della Palma d’Oro a Cannes e candidato come miglior film dell’anno agli Oscar. Cosa che la dice lunga su entrambi i premi, secondo me.

Capitolo Due – Fisiologia di una sceneggiatura.
Un film che viene presentato come un legal thriller, un giallo, una storia inquietante che si intreccia in un dramma familiare dovrebbe assomigliare ad un misto tra Il caso Thomas Crawford e Gone Girl. Se invece assomiglia alle riprese di una riunione di condominio in cui ci si lamenta perché la signora del terzo piano continua a buttare i bicchieri di plastica dentro il sacchetto dell’indifferenziata (dove andrebbe smaltito anche questo film, ndr) allora abbiamo un problema.

Capitolo Tre – Patologia Generale di una recitazione.
L’autopsia sugli attori darà risposte più conclusive ma in effetti pare che la recitazione piatta ed insulsa fosse causata in parte dai pessimi dialoghi multilingua ed in parte dalla loro intrinseca incapacità recitativa: tutto questo ha dunque provocato la mono-espressività dei protagonisti.
Unico attore per cui è stato possibile accertare la presenza di un battito e di espressioni vitali è stato il cane.

Capitolo Quattro – Organi di senso di un film.
Fotografia depressiva e smorta, come l’animo di ogni spettatore al termine della proiezione.
Colonna sonora assente come più o meno tutto il resto in questo film.

Capitolo Cinque – Fisica di un montaggio.
Andrebbe approfondita la scelta di trascinarci per 151 minuti dentro ad aule di tribunale in attesa di un cambio di ritmo o di colpo di scena che non avviene letteralmente mai. Forse il colpo di scena è proprio l’assenza di un colpo di scena (che gli venisse un colpo).

Capitolo Sei – Psichiatria di una regia.
Riflessioni su come la regista sia capace di trascinarci per due ore e mezza senza MAI affrontare il fulcro del film (la morte ed il presunto omicidio), tralasciando alcuni particolari fondamentali (gli schizzi di sangue, la dinamica della caduta, il fatto che fosse solo in casa), accusando ad un certo punto la vittima di aver provato indirettamente ad avvelenare un cane e facendo risolvere la vicenda grazie alla testimonianza di un deus ex-machina cieco e peraltro chiaramente di parte. Cose che si erano viste solo in ‘Un giorno in pretura’, a mia memoria.

Capitolo Finale – Anatomia di una Caduta (di organi genitali) durante la visione.
Capisco non sia stata una grande annata per il cinema. Ma francamente mettere questo spreco di pellicola dalla regia incerta e ondivaga, con un ritmo inesistente, una recitazione fastidiosa ed una trama inespressa tra i migliori film dell’anno vuol dire raschiare il fondo del barile.

Avvertenza Finale: la visione potrebbe provocare effetti collaterali quali sonnolenza, gastralgia, nausea, irritazione. Si raccomanda solo se psicologicamente preparati (o francesi).

Sandra Voyter: “Qualcuno ha detto che i soldi non fanno la felicità, ma è sempre meglio piangere in auto che nella metro”

(Ancora peggio è piangere al cinema durante la proiezione. E no, non per la commozione…)

 

Titolo originale: Anatomie d’un chute
Regista: Justine Triet
Sceneggiatura: Justine Triet, Arthur Harari
Attori: Sandra Hüller, Swann Arlaud, Milo Machado-Granier
Durata: 2 h 31 min

Print Friendly, PDF & Email
Share
Tags:
sabato 9 marzo 2024


Commenti chiusi.