Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato

di | Category: Recensioni Cinema Rating: PG Violenza

Chissà come starei con la barba...

★★★

A distanza di quasi un decennio ritroviamo Peter Jackson nei panni di subcreatore della Terra di Mezzo cinematografica, originariamente creata dalla fervida, meravigliosa immaginazione del professor J.R.R. Tolkien.

Il Signore degli Anelli è stato, meritatamente, un successo planetario. E ciononostante, la realizzazione de Un viaggio inaspettato ha preso un po’ tutti di sorpresa. Inaspettata per davvero è stata la scelta del regista, con Guillermo DelToro che prima sale a bordo da capitano della nave e poi la abbandona in mezzo ai flutti, lasciando tutto nelle mani del buon vecchio Jackson: il regista neozelandese aveva giurato e spergiurato che non avrebbe proseguito l’opera di ricostruzione della mitologia tolkieniana: ed invece eccolo qui. Inaspettata è stata anche la scoperta che il libro sarebbe stato diviso in tre parti, non soltanto in due: un po’ per seguire le orme della prima trilogia; un po’ per necessità di non lasciare fuori molto del montato; un po’, sospettiamo, per esigenze economiche. Inaspettata, anche per i fan più accaniti, è l’intromissione consistente nella storia di parti di leggende tolkieniane provenienti da altri libri,  non solo da Lo Hobbit.

Jackson porta a compimento una magnifica opera di ricostruzione dei luoghi e degli ambienti, rendendo visivamente presenti le descrizioni del libro. Però, per rendere la storia più vicina e più facilemente ricollegabile alla sua precedente trilogia, decide di dare alla narrazione un tono meno fiabesco, più adulto. In effetti Lo Hobbit è il primo dei libri scritti da Tolkien e che andranno a comporre la sua produzione leggendaria. Ma il registro narrativo è quello della favola della buona notte. Cosa che, peraltro, era: il professore leggeva ai suoi figli i capitoli del libro prima di addormentarsi. Nel 2012, con gli effetti speciali a disposizione ed un decennio di Signore degli Anelli cinematografico alle spalle, bisognava legare le due opere molto più di quanto lo fossero nella realtà. Non che il proposito sia balzano né mal realizzato: semplicemente la narrazione diventa prolissa ed a tratti stagnante, soprattutto dove la trama non è quella originaria. Le due ore e mezza di film si sentono tutte, cosa che non accadeva con le precedenti trasposizioni cinematografiche.

Ad ogni modo gli attori se la cavano più che egregiamente, con un  Ian McKellen-Gandalf che come sempre ruba la scena ed un Martin Freeman-Bilbo che diventa sempre più convincente man mano che passano i minuti. Il regista tenta in tutti i modi di non rendere macchiettistiche le figure dei nani, con alterna fortuna: solo Thorin (bravo Richard Armitage) ed un paio di altri (Balin, Fili e Kili) riescono a distinguersi nel gruppo. Gli effetti speciali sono fenomenali e la sequenza migliore, che vale tutto il film, è quella degli indovinelli nell’oscurità. Gollum, interpretato come al solito dal fenomenale Andy Serkis, è veramente il personaggio che riempie lo schermo da solo.

Un consiglio spassionato: se potete, guardatelo in lingua originale, con i sottotitoli. La traduzione italiana è uno scempio, che rende insostenibilmente inconsistente gran parte dei dialoghi.

Per il resto un film che piacerà comunque, ma che non raggiunge i fasti della prima trilogia, anche se aspetteremo gli altri due film per dare un giudizio complessivo.

Bilbo Baggins: “Puoi promettermi che ritornerò?”
Gandalf: “No. E se lo farai, non sarai più lo stesso”.

Titolo originale: The Hobbit – An unexpected Journey
Anno:
2012
Regia:
Peter Jackson
Sceneggiatura:
Fran Walsh, Philippa Boyens
Interpreti:
Martin Freeman, Ian McKellen, Richard Armitage, Hugo Weaving, Cate Blanchett, Cristopher Lee, Andy Serkis
Durata: 166’


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venerdì 21 dicembre 2012


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