★★★★
Dopo il successo di Se7en, David Fincher torna a lavorare con Brad Pitt: e la prestazione di entrambi, nelle loro rispettive competenze, è ottima.
Il primo stupisce per l’abilità con cui usa effetti speciali e movimenti di telecamera ad elevata fluidità (rivelando una tecnica notevole) e struttura il ritmo in modo da non far sentire il peso dei 140 minuti di lunghezza, grazie anche al soggetto assolutamente originale ed un colpo di scena geniale.
Pitt tocca una delle vette della sua carriera, affiancato da un Edward Norton in stato di grazia: Fight Club non sarebbe lo stesso se non fosse per loro due, le cui capacità espressive non diminuiscono neppure se recitano con la faccia gonfia di lividi e gli occhi pesti.
Anche Helena Bonam Carter mostra di essere una brava attrice, non particolarmente incisiva forse, ma del resto il suo ruolo è un po’ limitato.

Sicuramente la pellicola merita la fama di cult che si è fatta.
Scordatevi i combattimenti coreografati degli action-movie hollywoodiani: questa è violenza vera, osannata, incensata, vista come liberazione e mezzo per arrivare al totale annichilimento di sé; unica via di fuga dalla opprimente società consumistica dipinta come un Sistema da superare e distruggere, con le cattive se necessario.
Tyler Durden spaccia a discepoli soggiogati un’ideologia intrisa di nichilismo e anarchia insurrezionale, come l’Oltreuomo. Fincher pare non prendere posizioni e lascia libertà di interpretazione, permettendo così letture anche completamente opposte.

Se mai voleste far capire ai giovani cos’è il nichilismo e quali sono i suoi rischi, potreste far loro vedere Fight Club.

Titolo originale: Fight Club
Anno: 1999
Regia: David Fincher
Sceneggiatura: Jim Uhls
Interpreti: Edward Norton, Brad Pitt, Helena Bonham Carter
Durata: 139’