DOLLHOUSE

di | Category: Recensioni Serie TV Rating: PG tematiche, sensualità, violenza, dialoghi, linguaggio

Echo e altre "bambole".

★★★★
(★★★ stagione 1 – ★★★★ stagione 2)
La fervida mente di Joss Whedon (universalmente noto dopo il successo planetario della suo Buffy – The Vampire Slayer) tenta periodicamente di sdoganarsi dal mondo fantasy-horror che gli ha regalato notorietà per ritagliarsi un suo spazio nel mondo della pura fantascienza: tra le sue rapide incursioni ricordiamo Firefly (serie di tredici episodi, interamente ambientata nello spazio) ed il film da esso scaturito Serenity.

Per quanto riguarda invece Dollhouse l’ambientazione è molto più contemporanea ma cionondimeno altrettanto futuristica: infatti una recente e rivoluzionaria scoperta ha permesso ad una multinazionale di creare una macchina in grado di fare un download della coscienza di una persona e di immagazzinarla in una memoria esterna, permettendo agli scienziati di “riempire” questi gusci vuoti (diventate delle bambole, da cui il titolo della serie) con impianti da loro creati per i più svariati scopi.

Come vedete lo spunto iniziale da il là ad una innumerevole serie di problemi etici che spingono la serie verso la categoria della fanta-coscienza più che della fantascienza.
Ma gli spinosi temi trattati non impediscono alla serie di essere avvincente, grazie anche alla straordinaria recitazione dei protagonisti: da applauso l’intepretazione della straordinaria Eliza Dushku (Echo, protagonista della serie), capace di calarsi in innumerevoli parti richieste dalla poliedricità del suo personaggio, mantenendo la sua essenza.
La prima stagione ha bisogno di qualche puntata per mettere a fuoco tutti i personaggi e si dipana sull’investigazione di Paul Ballard (Tahmoh Penikett, già visto in Battlestar Galactica), agente dell’FBI ossessionato dalla esistenza della Dollhouse in cui è l’unico a credere, per chiudersi con lo spettacolare Epitaph One.

La seconda stagione, costretta anche dalla programmata chiusura della serie, marcia a tappe forzate verso un finale inevitabile, ancorché affrettato. Ma la qualità delle puntate intermedie è eccellente e raggiunge picchi di perfezione grazie al resto del cast tra cui spiccano Fran Kranz nei panni dello geniale Topher Brink, lo stupefacente Enver Gjonkaj nei panni di Victor (il più incredibile trasformista tra gli attori, capace di cambiare registro interpretativo in maniera quasi prodigiosa) e la britannicamente gelida e perfetta Olivia Williams. A tutti loro si aggiunge Summer Glau (Terminator – The Sarah Connor Chronicles) che aggiunge peso alla caratura del cast.
Nel complesso una serie che paradossalmente guadagna in qualità dalla sua brevità e concisione, evitabndo di perdersi in sterili dilemmi etici o in secondarie ed inutili puntate riempitive. E l’Epitaph Two con cui si chiude la serie è una chicca per gli affezionati spettatori.

IL PERSONAGGIO: Victor (Enver Gjonkaj)

L’EPISODIO DA VEDERE: 1×07 “Echoes” – 2×05 “The Public Eye”

Titolo originale: Dollhouse
Creatore: Joss Whedon
Anno: 2009-2010
Interpreti: Eliza Dushku, Harry Lennix, Fran Kranz, Enver Gjokaj, Tahmoh Penikett, Olivia Williams
Stagioni: 2
Episodi: 27 / 14 (stagione 1), 13 (stagione 2)
Tipologia: puntate

Print Friendly, PDF & Email
Share
Tags: , , ,
domenica 21 febbraio 2010


Commenti chiusi.