BATTLESTAR GALACTICA

di | Category: Recensioni Serie TV Rating: PG tematiche, violenza, dialoghi

L'equipaggio del Galactica, a riposo.

★★★★
(★★★ stagione 1, ★★★ stagione 2-3,  ★★★★★ stagione 4)

C’era una volta il periodo a cavallo tra i ’70 e gli ’80 e c’era una volta Battlestar Galactica, una serie televisiva alquanto innovativa per l’epoca, in cui fondamentalmente gli esseri umani combattevano nello spazio contro robot ribelli. La serie andò avanti per poco più di venti episodi e poi fu improvvisamente cancellata, anche se restò nella memoria collettiva come una sorta di cult per nostalgici, mentre guardacaso negli ultimi trent’anni abbiamo visto non pochi film giocare col tema delle macchine che si ribellano.

Poi venne l’emittente specializzata in fantascienza Scifi (che adesso ha cambiato nome e si chiama Syfy) e decise di riportare in auge l’idea di base del telefilm; e venne Ronald D. Moore, eclettico produttore e sceneggiatore chiamato a reinventare la serie; e venne la nuova Battlestar Galactica. E da allora la fantascienza non fu più la stessa cosa.

Perché Battlestar Galactica non è semplicemente fantascienza: vederla soltanto come una storia di battaglie spaziali e robottoni ribelli è peggio che riduttivo, è oltraggioso. BSG è una serie che potremmo definire antropologica, nel senso che ha costantemente a che fare con la vecchia domanda cara alla migliore sf “che cos’è un essere umano?” e così facendo esplora una quantità notevole di argomenti, dalla psicologia di massa allo scontro di civiltà, dalla politica alla religione, dalla scienza alla ciclicità della storia.

L’universo narrativo di BSG è un vero e proprio altrove culturale: l’umanità non vive sulla Terra ma sul sistema solare delle Dodici Colonie, che già nella miniserie introduttiva sono nuclearizzate dai Cylons, i robot che furono creati dall’uomo a scopo di schiavitù e votati prima alla ribellione per la libertà e poi alla vendetta; la Terra, il mitico pianeta sede della leggendaria Tredicesima Colonia perduta, è anzi l’agognata destinazione delle poche migliaia di umani sopravvissuti al genocidio, in viaggio nello spazio guidati dalla nave militare Battlestar Galactica, inseguiti dai Cylons che desiderano finire il lavoro. Lo spettatore è perciò posto di fronte a un mondo veramente “alieno”, con il suo specifico background storico-culturale parallelo al nostro, uguale sotto tanti aspetti, diverso sotto tanti altri (dal politeismo romaneggiante ai neologismi linguistici come l’ormai celeberrimo Frack!, versione alternativa della ben nota parolaccia inglese).

Certo è che gli esseri umani sono sempre, sotto qualunque coordinata spaziotemporale, gli stessi amabili e detestabili bastardi di sempre.
In BSG non esistono il cattivone malefico e il puro senza macchia, tutti sono miscugli di luce e ombra, tutti si arrabattano tra zone morali più o meno grigie dove l’idealismo e l’egoismo si confondono e si intrecciano; e questo vale non solo per gli inseguiti ma anche per gli inseguitori: difatti i Cylons annoverano tra le loro fila non solo implacabili robot metallici ma anche replicanti umanoidi, uguali agli umani tanto fisicamente quanto emotivamente. Sicchè in BSG i buoni e i cattivi si scambiano le parti spesso e volentieri, grazie anche al cast di personaggi eccellentemente scritti e attori assai bravi come il generale Adama (Edward J Olmos), la Presidente Laura Roslin (Mary McDonnell), lo scienziato Gaius Baltar (James Callis), i piloti Apollo e Starbuck (Jamie Bamber e Katee Sackhoff), le affascinanti ed enigmatiche Cylon Numero Sei e Numero Otto (Tricia Helfer e Grace Park), e tantissimi altri, in una storia corale in cui l’unica protagonista assoluta è l’eterna domanda sull’umanità: da dove veniamo, dove andiamo, chi o che cosa siamo.

Per tutti questi fattori BSG è stata un successo colossale, che ha fatto scuola e ha cambiato gli standard della fantascienza classica, considerata da molti l’unica serie degli ultimi anni capace di reggere il paragone con LOST. Ora che la storia è conclusa, con una quarta stagione sinceramente eccezionale e un finale che dire mitologico è dire poco (c’è anche il film The Plan, da vedere alla fine, ma che non è “la fine” perché ripercorre gli eventi delle prime due stagioni da un altro punto di vista), se non l’avete mai vista correte a recuperarla. Con un avvertimento importantissimo: evitate se possibile il doppiaggio italiano, stavolta veramente penoso e sciagurato, e prediligete l’audio originale.
Vi assicuro che tra un Frack! in italiano e un Frack! in inglese c’è un abisso qualitativo di interi anni-luce.

IL PERSONAGGIO: Gaius Baltar (James Callis)

L’EPISODIO DA VEDERE: 1×01 “33”, 2×08 “Final Cut”, 3×20 “Crossroads Part Two”, 4×10 “Revelations”.

Titolo originale: Battlestar Galactica
Creatore: Glen A. Larson, Ronald D. Moore
Anno: 2004-2009
Interpreti: Edward James Olmos. Mary McDonnell, Jamie Bamber, James Callis, Tricia Helfer, Tamoh Penikett, Katee Sackhoff, Grace Park, Aaron Douglas, Micheal Hogan, Alessandro Juliani
Stagioni: 4
Episodi: 73 / 13 (stagione 1), 20 (stagione 2-3-4)
Tipologia: puntate

Print Friendly, PDF & Email
Share
Tags: , , ,
martedì 30 marzo 2010


Commenti chiusi.