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Parliamoci chiaro: The Weather Man non è di certo un film che passerà alla storia. È talmente mediocre che non riesce neanche ad essere brutto: è solo triste.

Ha due problemi fondamentali:

1. è un film senza una vera trama;

2. è un film senza una vera trama e con Nicolas Cage.

L’oggetto misterioso di Hollywood, talmente sopravvalutato da chiedersi se oltre ad essere nipote di Francis Ford Coppola non sia anche un figlio segreto di Spielberg, ci sorprende (raramente) con interpretazioni decenti: non è questo il caso.

Insieme ad Hope Davis creano la “coppia più antipatica del cinema”, così mal assortita che speri che durante il film succeda qualcosa di catastrofico che li faccia soffrire molto prima di vederli definitivamente scomparire. Invece non succede niente.

La trama è come il tempo atmosferico: rarefatta, ventosa, plumbea.

La storia dello sfigato di successo David Spritz calza a pennello a Cage (non può non identificarsi nel personaggio) ma alla fine ci comunica solo un’estrema tristezza ed un senso di sconfitta: non è divertente, non è neanche triste. È solo penosa e ti infonde un senso di pietà per la mediocrità dell’individuo e per quella dell’attore.

Non so cosa avesse in testa Verbinski (che con questo film dimostra che i suoi Pirati dei Caraibi devono il loro successo al genio di Johnny Depp, non certo delle sue capacità di regista). Comunque il film è stato castrato di ogni tipo di pathos.

Girato nelle pause caffé delle altre mega-produzioni dei protagonisti rimarrà nella mente e nel cuore della gente tanto quanto le previsioni del tempo: domani nessuno le ricorda più, soprattutto se non ci azzeccano.

E con questo film non ci hanno proprio azzeccato.

David Spritz: “Nessuno mi getta più le cose addosso. Forse perché vado in giro con un arco”.

Titolo originale: The Weather Man
Anno: 2005
Regia: Gore Verbinski
Sceneggiatura: Steve Conrad
Interpreti: Nicola Cage, Holly Hunter
Durata: 101’