★★★
Kevin Reynolds torna a dirigere l’avventura con il suo classico stile, essenziale e dinamico.
Al posto dell’amico Kevin Costner nei panni di Robin Hood, abbiamo un bravo Jim Caviezel nel ruolo iperclassico di Edmond Dantès, capitano di marina tradito dal suo migliore amico e condannato a vita in un carcere disumano, in cui medita vendetta, incontra ed è addestrato dall’abate Faria (uno strepitoso Richard Harris, mai abbastanza compianto), evade e prepara una sontuosa vendetta, mitigata infine dal ritrovare un amore ancora vivo per lui.

La sceneggiatura mescola molto le carte, nel dover ridurre un colosso letterario come il romanzo di Dumas padre, ma riesce a confezionare una storia sufficientemente credibile e soprattutto godibilissima sotto il profilo del ritmo.
Molti cambi di scena, una intelligente separazione ideale in due della pellicola (tradimento e prigionia / liberazione e riscatto) rendono il prodotto finale un buon film di intrattenimento, che lascia anche spazio ad alcune riflessioni sull’onore e la vendetta.
Guy Pearce è un avversario perfetto, per quanto il suo personaggio sia quello più sacrificato dalla riduzione cinematografica, la bella Dagmara Dominczyk è anche brava, e i comprimari più che degni.

Quel che si dice un vero film d’avventura.

Titolo originale: The Count of Monte Cristo
Anno: 2002
Regia: Kevin Reynolds
Sceneggiatura: Jay Wolpert (screenplay), Alexandre Dumas pére (novel)
Interpreti: Jim Caviezel, Guy Pearce, Richard Harris
Durata: 131’