★★★
Quando ci si cimenta con un film sulla malavita organizzata è inevitabile, volenti o nolenti, doversi confrontare con gli illustri predecessori.
In questo caso l’intera filmografia di Scorsese (segnatamente il pregevole The Departed) nonché altro mezzo milione di film sulla mafia.

Qui la mafia non c’entra, c’entra invece un personaggio realmente esistito, Frank Lucas, “eroe” nero del quartiere Harlem di New York, re della malavita di colore, spacciatore di droga, protettore della sua razza, spietato killer ma diligente padre di famiglia.
Denzel Washington, abituato a ruoli scomodi di eroe/minaccia o di vigilante dai metodi spicci (vedi Malcom X e Training Day) si esalta letteralmente nei panni di Lucas e guadagna al film qualche punto in più nella valutazione complessiva.

La controparte dovrebbe farla Russel Crowe che ha talento e capacità da vendere. Il problema è che la sceneggiatura non gli permette di risaltare, viene strozzato dalla necessità di non fare ombra al protagonista e finisce per ridursi a semplice comprimario e non ad antagonista. Il poliziotto integerrimo con difficoltà di comportamento, una pesante eredità razziale e l’astio di tutti addosso è una bella figura poco sviluppata.

Peccato perché di tempo ce ne sarebbe anche troppo: due ore e mezza (eccessive, senza alcun dubbio), molto crude, violente e sanguinose come si richiede ad un film del genere, ma prive di ritmo e con un retrogusto di già visto troppo spesso presente.

Peccato: Ridley Scott è un gran regista ma stavolta non ha saputo centrare bene il taglio della sua opera.
Quello che avrebbe potuto essere un confronto epocale (alla Heat, per intenderci) risulta un raffinato monologo.
Bello, per carità, ma alla lunga estenuante.

Detective Richie Roberts: “Bel lavoro Frank. Vuoi bere qualcosa…per festeggiare?”
Frank Lucas: “Avete dell’acqua benedetta?”

Titolo originale: American Gangster
Anno: 2007
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: Steven Zaillian
Interpreti: Denzel Washington, Russel Crowe
Durata: 157′